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L’Algeria rompe con il Marocco

Durante la guerra di liberazione algerina, i rapporti tra Marocco e Algeria furono buoni. Il popolo marocchino sostenne il Fronte di Liberazione Nazionale algerino (Fln), inviando, armi, denaro e medicine. Il Marocco fu anche base per i combattenti algerini. Poi le cose andarono sempre peggiorando, tanto che vi fu perfino una guerra, la Guerre des Sable, combattuta nel settembre-ottobre 1963. E così via, anche se non si sono mai più incrociate le armi.

Ultimo atto

In questi giorni si è arrivati all’ultimo atto della drammatica vicenda dei rapporti tra Algeria e Marocco. Il ministro degli Esteri algerino, Ramtane Lamamra, ha annunciato il 24 agosto sera, nel corso di una conferenza stampa, che l’Algeria ha ufficialmente deciso di interrompere i rapporti diplomatici con il Marocco. Lamamra ha letto una dichiarazione a nome del presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune, in cui ha annunciato la rottura dei rapporti con Rabat a seguito della riunione dell’Alto consiglio di sicurezza dell’Algeria.

I motivi

Tra i motivi della rottura, le dichiarazioni di funzionari marocchini a sostegno delle rivendicazioni della popolazione della Cabilia. L’Algeria ha dovuto fronteggiare una forte ondata di incendi, scoppiata il 9 agosto, che ha provocato la morte di circa 90 persone, di cui 33 soldati. Finora, sono stati arrestati 22 possibili piromani, autori di quelli che sono stati definiti «atti criminali». Sulla base delle informazioni riportate dalle forze di polizia, la responsabilità degli incendi è da far risalire a due gruppi, designati come terroristici a maggio 2021: Rashad, di matrice islamista, e Mak. Quest’ultimo, un movimento separatista a maggioranza berbera della regione di Cabilia, riceverebbe, secondo Algeri, il sostegno di paesi stranieri, primi fra tutti Marocco e Israele.

La disputa sul Sahara occidentale, poi. L’ex colonia spagnola è stata in gran parte occupata e amministrata dal Marocco. L’Algeria ha sostenuto il movimento indipendentista del Fronte Polisario. Dopo oltre quattro decenni di ricerca della pace, la violazione del cessate il fuoco marocchina del 13 novembre 2020 ha scatenato una guerra in cui gli abitanti del Sahara occidentale sono continuamente sotto attacco (leggi anche Dal Sahara Occidentale a Cuba per studiare: a tu per tu con il medico Abdalahe Mohamed).

La bandiera del Sahara occidentale
Il ruolo di Israele

Il 12 agosto il ministro degli Esteri israeliano, Yaïr Lapid, in visita in Marocco, ha accusato apertamente l’Algeria di «svolgere un ruolo malsano con l’Iran e nella regione». A seguito di queste dichiarazioni, Algeri ha denunciato «questa uscita prematura, il cui vero mandante è nessun altro che Nasser Bourita nella sua qualità di ministro degli Affari Esteri del Regno del Marocco», criticando «un pericoloso avventurismo diretto contro l’Algeria, i suoi valori e le sue posizioni di principio».

Per quanto riguarda Israele, l’Algeria e altri 13 paesi africani hanno chiesto che venga espulsa dall’Unione africana (Ua) dopo la decisione dell’organizzazione, lo scorso luglio, di concedergli lo status di osservatore. I diplomatici algerini hanno iniziato a mobilitare i paesi africani per opporsi ufficialmente all’adesione di Tel Aviv all’Unione africana come un importante passo per proteggere i principi dell’Unione e sostenere la Palestina.

Sudafrica, Tunisia, Eritrea, Senegal, Tanzania, Niger, Comore, Gabon, Nigeria, Zimbabwe, Liberia, Mali e Seychelles sono i Paesi che finora hanno accettato di espellere Israele dall’organizzazione composta da 55 membri. Il ministro degli Esteri algerino, Ramtan Lamamra, ha sottolineato che il suo Paese non sarebbe rimasto a guardare senza agire contro la mossa dell’Unione Africana, presa senza consultare i suoi Stati membri. Lamamra ha aggiunto che la mossa dell’Ua di accettare Israele come membro osservatore mira a minare la stabilità dell’Algeria, che sostiene la Palestina e la sua giusta causa (leggi anche Hannoun (Api): «L’emergenza sanitaria in Palestina dura da 70 anni»).

Leggi anche Algeria, febbraio 2021: l’hirak è ancora vivo