Prendi un’icona del basket mondiale per tre volte campione d’Europa e per sette anni giocatore di spessore in NBA, con una carriera da allenatore ben avviata, e catapultalo in una città di provincia polacca caratterizzata da una passione sconfinata per la pallacanestro, oltreché dalla curiosa situazione di essere la capitale nazionale del vino in un paese di bevitori di birra. L’avventura di Žan Tabak (foto in evidenza, da Twitter) sulla panchina del Zastal Zielona Góra, un’esperienza, durata dal 2019 al 2021, per due stagioni sportive che passeranno alla storia per la loro insicurezza e specificità, è una delle storie di sport ai tempi del Covid che meritano di essere analizzate, e ricordate, per l’esempio positivo fornito sul piano sia sportivo, che economico.
Fin dall’inizio, l’arrivo del coach croato (campione d’Europa da giocatore con la maglia della Jugoplastika Split nel 1987, 1988 e 1989) alla guida della compagine polacca ha tutte le carte in regola per risultare qualcosa di speciale sin dall’inizio. Chiamato ad assumere la guida tecnica della squadra reduce da una stagione deludente, con un roster creato con un budget imponente ma incapace di vincere alcunché, Tabak si trova non solo a dovere risollevare le sorti sportive di un club affamato di successi, ma anche a fronteggiare una situazione finanziaria particolarmente complicata.
Sommerso dai debiti ed impelagato in ricorsi per il mancato pagamento degli stipendi, (e privo, come la maggior parte dei presidenti di club polacchi di pallacanestro, di un General Manager a gestire gli affari sportivi, mercato incluso), il presidente della squadra, Janusz Jasiński, argomenta, infatti, come al coach croato, preferito a candidati di spessore come Pino Sacripanti e Sebastian Machowski, spetti allestire, e guidare, una squadra competitiva con un budget modesto. Niente stelle, dunque, ma solo giocatori motivati, così come coach Tabak, a considerare Zielona Góra un trampolino di lancio (o di rilancio) per la propria carriera cestistica.
«Sono contento per la sfida che mi attende – dichiara il tre volte campione d’Europa durante la presentazione ufficiale, nel luglio 2019 – Ci sono le condizioni per creare un collettivo interessante. Vedrete che il frutto del mio lavoro sarà ben visibile. La mia filosofia di gioco? Difesa, difesa e ancora difesa».
Dalle parole, coach Tabak non impiega troppo tempo per passare ai fatti, mettendosi subito alla ricerca di giovani cestisti europei ed americani capaci di adattarsi al basket del vecchio continente (leggasi: difendere), da accostare a talenti locali di diversa esperienza. Dalla Spagna arriva la guarda svedese Lukke Håkanson, dalla Grecia il lungo statunitense Tony Meier, mentre dal Belgio il coach croato chiama il centro Ivica Radić, che dell’allenatore condivide nazionalità e origine (Split, Dalmazia).
Dai Long Island Nets arriva, poi, il centro americano Drew Gordon, mentre sul mercato polacco Tabak pesca la guardia USA Joe Thomasson da Lublino, l’esterno Przemysław Zyzskowski da Włocławek, e l’esterno Marcel Ponitka da Gdynia. Il parco polacchi è implementato dal veterano Łukasz Koszarek (playmaker della nazionale, che mantiene i gradi di capitano) e dall’esterno Przemysław Zamojski.
La squadra è affiatata, lavora sodo fin dalla preparazione, e riesce a metabolizzare gli schemi di Coach Tabak con una velocità che va oltre le più rosee aspettative. Fin dalle prime uscite, Zielona Góra difende forte, cerca il contropiede, e quando non lo trova mette in campo una circolazione di palla tale da trovare l’uomo giusto al momento giusto, sia dal perimetro che nel pitturato.
I risultati fanno presto ad arrivare. Dopo un passo falso a Lublino alla prima giornata di campionato, Zielona Góra inizia a vincere, e non si ferma più. Maturata la seconda sconfitta stagionale a Toruń, la squadra di coach Tabak inanella un filotto di 15 vittorie consecutive, tra cui lo sfiorato trentello casalingo rifilato ai campioni in carica dell’Anwil Włocławek, interrotto solo da una partita persa a domicilio contro Bydgoszcz.
Vendicata la sconfitta con Lublino tra le mura amiche, e nuovamenre strapazzata Włocławek, questa volta in trasferta, Zielona Góra si trova prima in classifica, con un bilancio di 19 vittorie e 3 sconfitte. È il marzo 2020: il Covid arriva anche in Polonia, e la stagione viene sospesa.
Con una decisione unica nel panorama cestistico mondiale, la lega polacca decide di chiudere la competizione, ed assegnare le medaglie secondo la classifica al momento dello stop della programmazione. Žan Tabak, dunque, è campione di Polonia già alla prima stagione alla guida della squadra.
La compagine del coach croato ben figura anche in VTB League (il campionato che raccoglie il meglio del basket dell’ex-Unione Sovietica, aperto anche alla partecipazione di altre squadre dell’Europa centro-orientale, come, appunto, Zielona Góra), ove i polacchi raggiungono la zona playoff al momento della sospensione della stagione.
Un’unica nota stonata nella stagione la si può trovare nella Coppa di Polonia. Nella Final Eight di Varsavia, Zielona Góra risolve la pratica Sopot senza problemi al primo turno, ma viene eliminata in semifinale per mano di Toruń dopo una partita equilibrata, che la squadra della città di Copernico chiude, con una tripla, solo negli ultimi secondi di gioco.
Disfa e crea a ripetizione
Malgrado le premesse per la nuova stagione siano delle migliori, la situazione legata alla pandemia porta patron Jasiński a ridurre ulteriormente il budget a disposizione, de facto costringendo coach Tabak a ricostruire la squadra quasi per intero. Håkanson e Zyskowski sono ceduti a Bilbao, mentre Radić e Zamojski finiscono a Włocławek. Thomasson se ne va in Israele, Gordon continua la propria carriera in Russia.
Per sostituire i tanti partenti, il coach dalmata lancia, ancora una volta, una campagna acquisti interessante ed ambiziosa. Pesca la guardia danese Iffe Lundberg dalla Spagna, il centro statunitense Geoffey Groselle dalla Francia, gli esterni Jānis Bērziņš dalla Lettonia e l’americano Cecil Williams dal Portogallo. A stagione avviata, arriva anche la guardia USA (con passaporto rumeno) Kris Richard dalla Romania.
Sul mercato interno, Tabak preleva un altro lettone, il lungo Rolands Freimanis, da Włocławek, e il lungo Filip Put da Dąbrowa Górnicza. Costui si aggiunge, tra gli altri, a Ponitka e capitan Koszarek nel parco polacchi.
Così come la stagione precedente, il collettivo assimila fin da subito gli schemi di Coach Tabak, acquisendo lo status di favorita indiscussa della competizione dopo essersi affermata su Włocławek in finale di Supercoppa. In campionato, Zielona Góra domina con un record di 13 vittorie e 2 sconfitte alla fine del girone di andata.
Anche in VTB il ruolino di marcia è decisamente soddisfacente, con la compagine del coach croato che arriva ad agguantare la zona playoff a seguito di una stagione regolare caratterizzata dalla storica vittoria casalinga sul CSKA Mosca. L‘exploit contro i russi, che passerà agli annali del basket polacco, avviene con la squadra tuttavia guidata dal vice di Tabak, Felix Alonso, essendo il coach croato rimpatriato temporaneamente a causa di un lutto familiare.
A differenza dell’anno precedente, Zielona Góra riesce, altresì, a vincere la Coppa di Polonia, battendo rispettivamente Gdynia, Ostrów Wielkopolski e Stargard nella Final Eight di Lublino. Coach Tabak, così, ottiene il secondo titolo stagionale, il terzo in assoluto alla guida del Zastal.
La vittoria della Coppa, tuttavia, rappresenta la climax dell’esperienza di Coach Tabak in Polonia. Privata degli introiti del botteghino a causa della pandemia, e senza un solido aiuto economico da parte dell’amministrazione cittadina, la dirigenza è infatti costretta a vendere i suoi pezzi migliori per mantenersi a galla coi bilanci.
I petrodollari russi convinono, così, patron Jasiński a cedere Ponitka a Perm (per circa 25 milioni di dollari). In seguito, Lunberg è venduto al CSKA Mosca per 1 milione di złoty polacchi.
Gli introiti vengono parzialmente reinvestiti in nuovi giocatori che Tabak seleziona per potere continuare la stagione. Arrivano la combo guard americana Skyler Bowlin dalla Grecia, il nazionale tedesco David Brembly dalla Germania, e il lungo Krzysztof Sulima da Włocławek. Tuttavia, il coach croato deve fare i conti con un infortunio che mette fuori gioco la guardia Nikos Pappas, nazionale greco, pescato in Israele, che Tabak aveva individuato come perno del proprio gioco.
Stavolta, con poco tempo per gli allenamenti per via del doppio impegno campionato-VTB, la compagine, quasi completamente rivoluzionata, fatica a metabolizzare gli schemi di Coach Tabak. Malgrado una stagione regolare chiusa al primo posto, con un bilancio 27 vittorie e 3 sconfitte, Zielona Góra dimostra difficoltà nel superare Stargard al primo turno dei playoff.
Qualificatasi per la “bolla” con la quale le autorità cestistiche polacche hanno deciso di assegnare il titolo, scegliendo in maniera controversa Ostrów Wielkopolski come sede, la compagine di coach Tabak sconfigge Wrocław in semifinale. Priva, tuttavia, di energie ed affiatamento sul campo, Zielona Góra si deve, però, arrendere ai padroni di casa in finale.
Il neoacquisto della Vanoli Cremona: «Tabak tira fuori sempre il meglio da ogni suo giocatore»
Da vero campione, dentro e fuori dal campo, Žan Tabak, prima di comunicare la sua decisione di non prolungare il contratto con lo ZielonaGóra, si assume la piena responsabilità per il mancato obiettivo finale. Ciononostante, considerare l’esperienza di Coach Tabak un fallimento (come incautamente fatto da alcuni commentatori polacchi) sarebbe un errore di valutazione intellettualmente disonesto.
Una conoscenza profonda della pallacanestro internazionale, ed un “fiuto” nell’individuare e sviluppare talenti cestistici, hanno infatti permesso al coach croato di allestire, per ben tre volte nel corso di due stagioni, roster competitivi, garantendo alla dirigenza di risparmiare sul bilancio allo stesso tempo.
Dopotutto, se oggi Zielona Góra è riuscita ad assemblare una squadra che punta al titolo, affidata al promettente coach Oliver Vidin, e già capace di battere Ostrów Wielkopolski in finale di Supercoppa, mantenendo nel contempo una situazione finanziaria stabile è, di sicuro, merito anche di coach Tabak.
Inoltre, sul piano sportivo, la mano dell’allenatore dalmata si è vista nello sviluppo professionale vissuto da giocatori allenati a Zielona Góra.
Thomasson e Meier hanno giocato la loro migliore stagione in carriera proprio tra le fila della compagine di Coach Tabak. Groselle è risultato MVP della stagione 2020/21, per poi approdare nella Serie A italiana alla Fortitudo Bologna, alle dipendenze di un altro grande della pallacanestro croata ed europea quale Jasmin Repeša.
Lundberg, grazie all’esperienza a Zielona Góra, ha potuto approdare al CSKA Mosca e giocare una Final Four di Eurolega. Håkanson e Zyskowski, una volta lasciata la Polonia, hanno trovato un importante palcoscenico europeo (la Champions League della FIBA) nei Paesi Baschi.
«Žan Tabak è una personalità dal carattere immenso – spiega, in esclusiva ai lettori di Ventuno, Ivica Radić, neoacquisto della Vanoli Cremona, che in Italia ha vestito, tra Serie A e Lega 2, prima e dopo la sua esperienza con coach Tabak a Zielona Góra, i colori di Venezia, Fortitudo Bologna, Cantù, Reggio Calabria, Forlì e Ferentino -. La sua conoscenza del basket è così approfondita da permettergli di tirare fuori sempre il meglio da ogni suo giocatore, soprattutto da chi, come me, ricopre il ruolo di pivot. Nelle squadre che egli allena chi gioca con passione e chi ha voglia di fare bene trova sempre spazio sul campo da gioco. Sono contento – aggiunge Radić – di avere avuto l’opportunità di essere allenato da un professionista con una carriera da giocatore importantissima alle spalle».
L’esperienza di Žan Tabak in Polonia è, dunque, da considerare una lezione di come pandemie, limitazioni e problematiche economico-logistiche ad esse legate possano essere superate con competenza, determinazione e cuore, oltreché con una sana dose di umiltà. Dopotutto, si tratta dei medesimi attributi che hanno fatto innamorare di Tabak e della gloriosa Jugoplastika di Toni Kukoč, Dino Rađa, Velimir Perasović, Duško Ivanović ed altri chi, come chi scrive, ha avuto la fortuna di cominciare a seguire il basket a fine anni Ottanta.
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