Rise up for Rojava!
Sono passati dieci anni dalla rivoluzione. Dieci anni da quando il popolo curdo ha deciso di prendere in mano il destino della propria storia, della propria identità, della propria terra.
L’esperienza del Rojava
Dal 19 luglio del 2012 il popolo del Rojava sta costruendo, con tutte le difficoltà del caso, un’alternativa al nostro sistema capitalista. Nei territori della Siria del nord-est è stata creata una Amministrazione Autonoma che poggia le sue fondamenta sui concetti di municipalismo libertario, ecologia sociale (teorizzati dal filosofo Murray Bookchin) e di confederalismo democratico (formulato da Abdullah Ӧcalan). Una realtà de-centralizzata, la cosiddetta struttura a “piramide rovesciata”. In sostanza una democrazia senza Stato che promuove l’ecologia sociale, l’uguaglianza di genere e la tolleranza pluralistica per la diversità religiosa, culturale e politica.
Il Rojava è sottoposto ogni giorno, dalla sua fondazione, a repressioni eseguite in prevalenza dall’esercito turco di Erdogan che trova consenso e finanziamenti nel mondo occidentale. L’Italia in primis, dopo il vertice di Ankara, ha dimostrato di appoggiare apertamente le repressioni e il genocidio etnico che Erdogan sta attuando in Turchia e nei territori della Siria del nord-est contro la popolazione curda. Un’ulteriore dimostrazione del coinvolgimento dell’occidente all’interno della questione. Dopo l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO a discapito del popolo curdo e l’imminente consegna dei rifugiati politici curdi allo Stato turco, è ormai chiaro come gli attori principali del sistema occidentale abbiano dato il via libera all’invasione dell’Amministrazione Autonoma.
Un progetto a rischio
Il comunicato del 7 luglio pubblicato dall’Amministrazione Autonoma della Siria del nord-est chiama a raccolta tutte le reti del Rise up for Rojava al fine di sensibilizzare la popolazione mondiale in merito a ciò che sta accadendo. L’Amministrazione Autonoma nel comunicato dichiara lo stato di emergenza per tutte le regioni della Siria del nord-est. Vi sono stati attacchi turchi con gas. Bombardamenti massicci sono intensamente aumentati e qualche giorno fa è stato confermato dal sito Make Rojava Green Again che lo Stato turco sta chiudendo e limitando le risorse idriche, già poche, di quei territori.
Vi è una preoccupazione generale delle popolazioni coinvolte in merito agli accordi presi durante il vertice a Madrid, poiché un attacco di enorme portata significherebbe la fine del progetto socialista e libertario del Rojava. Un cambio di rotta e un aiuto da parte di tutti potrebbe invertire le sorti dello scontro. Le forze di autodifesa (YPG, YPJ) continuano a resistere ma un aiuto internazionale è essenziale.